I contadini della Lucania esitavano a farsi ritrarre nei dipinti degli artisti del tempo e se lo facevano vi erano costretti, mai di buon grado. Erano convinti che il pittore avrebbe preso parti di loro per trasferirle sulla tela e questa, non era una buona cosa. Convinzioni di un mondo magico in cui elemento umano, animale, terra e cielo erano “uno”. Questo si legge nelle pagine dello splendido libro di Carlo Levi, Cristo si è fermato ad Eboli.
Ci penso su.
Non cediamo parti di noi allo sguardo avido dell’altro ogni volta che pubblichiamo una foto?
Diamo accesso all’altro, senza distinzioni, al mondo dell’intimità e del sacro.
Lo facciamo con disinvoltura, senza sentirci addosso lo sguardo voglioso dell’altro, pronto al giudizio, al confronto, al pregiudizio.
Ci diamo in pasto come cibo buono e senza ricavarci nulla.
Scempio gratuito sull’altare dell’apparenza.