Gli psicoterapeuti ne parlano come di una modalità di stare al mondo per cui le cose sono tutte “bianche o nere” oppure “tutto o niente”. Non esistono strade intermedie e neanche le mezze misure. Eppure delle mezze misure è pieno il mondo e le mediazioni sono all’ordine del giorno.
Queste persone però, non le prendono mai in considerazione e anzi le vivono come un fallimento.
Perciò nella mano tengono solo il bicchiere mezzo vuoto e la modalità dei loro racconti sull’esistenza è sempre fondata sul confronto con i fortunati che, ai loro occhi, ottengono tutto senza sforzo. Quando guardano il mondo non lo vedono nella sua complessità ma, dalla realtà, traggono solo gli elementi che confermano le convinzione che hanno sedimentato nel corso degli anni. E’ difficile che cambino modo di osservare e anche quando vivono, finalmente, una esperienza che li appaga, la soddisfazione dura poco, passa presto, la rimuginazione prende il sopravvento distorcendo ancora una volta la realtà.
A volte basterebbe soltanto abbassare l’asticella, vedere le approssimazioni al record che vogliono raggiungere come un avvicinamento progressivo all’obiettivo. Invece no! Il record va conquistato in fretta e in un solo tentativo. Tutto o niente prende il sopravvento.
Queste persone soffrono, quelli che sono vicini, vengono spesso investite dalla loro collera o dalla loro tristezza e ad ogni soluzione che presentano, vengono respinti perché non è mai abbastanza.
Aiutarle si può, ma è necessario uscire dal gioco perverso del tutto o niente, stringerle all’angolo dell’esperienza vissuta; invece che pensare e rimuginare è necessario indurli a respirare la vita concreta e a partire da quella.