Salite e discese nel bosco possono diventare una splendida occasione di confronto con la vita reale.
Ognuno di noi dovrebbe avere metafore che l’aiutano a interpretare il mondo.
Camminando per il bosco, salite e discese si distribuiscono equamente.
Come nella vita eventi in salita ed eventi in discesa e, sempre, la salita appare più dura e la discesa più lieve.
Così sembra.
Nella salita il passo, all’inizio, può essere più lento; il corpo registra lo sforzo e ha bisogno di tararsi su di esso, solo dopo che il cuore, il respiro, la muscolatura hanno acquisito un ritmo comune e tutto nel corpo si è armonizzato con lo sforzo, si può procedere più rapidi e più stabili nel passo.
La salita può essere molto faticosa se non si è allenati, tuttavia è più difficile inciampare, lo sforzo è subito avvertito e la necessità del riposo, di tanto in tanto, è legittimata. Nella pausa ti dai il tempo di pensare, di osservare, di sorprenderti e di meravigliarti.
Nella discesa il passo è più rapido se la strada non è troppo accidentata. Il corpo, con il proprio peso, porta ad essere rapidi, perciò è possibile l’inciampo. Dunque, vai sempre avanti, fermarti necessita di un atto di volontà, per guardarti intorno, per riposare. Se la discesa è a gradoni, se è lunga, dopo un po’ le ginocchia ti richiamano alla consapevolezza che lo sforzo sta durando un po’ troppo; se continui, potrebbero tremare un po’ le gambe anche se la stanchezza non è immediatamente percepita.
Durante la discesa il corpo sta su se stesso, è attento e vigile; la rapidità e il cammino accidentato non consentono di andare oltre se stessi.
Durante la salita lo sguardo è rivolto fuori di sé, a ciò che accade intorno.
Due passi diversi, due modi diversi di essere al mondo.
Io preferisco la salita, soprattutto perché amo lo sforzo. Mi sono lungamente allenata ed è vero che ho fatto molta fatica. Ora posso percorrere tutti i sentieri che la vita vorrà mettermi avanti; d’altra parte, niente di veramente importante si conquista senza sforzo.