Molti post, video, messaggi brevi e lunghi ci raccontano di come giungere alla felicità;
altri ci raccontano come la felicità non sia raggiungibile;
chi ha vite all’apparenza splendide splendenti, ci racconta disastri e sofferenze che fanno apparire le nostre delusioni e i nostri impicci cose da adolescenti (vedi attori, attrici e persone dello spettacolo che affollano i social con le loro vite complicate).
Ci fanno pensare che l’infelicità non risparmia nessuno come la morte nella Livella di Totò, appunto, livellatrice benefica che, solo per un attimo, ci restituisce il pensiero democratico che davanti alla morte e all’infelicità siamo tutti uguali.
Bella consolazione!
Il fatto è che la felicità o il suo contrario sono attrattori innegabili di curiosità e se chi ne parla ha un ruolo sociale e culturale nel panorama attuale, ci prende la smania di leggere e soppesare per carpirne, una volta per tutte, gli ingredienti e i profumi e realizzare la ricetta perfetta della “felicità”.
Accade perché la felicità è sfuggente e precaria, somiglia all’acqua che vorresti trattenere nel palmo della mano e invece scorre via prima ancora che possa dissetarti.
Io credo che l’idea di felicità sia sovrastimata, un’idea romantica di come una vita ben vissuta dovrebbe essere. E’ quest’idea ingannevole, asservita alle ragioni di un mondo che consuma se stesso pur di perseguire l’illusione della felicità, a rendere le nostre vite sempre mancanti di qualcosa. Vite in cui il massimo della vitalità si esprime nel paragone con l’altro.
Mi spiace, la brutta notizia è che la vita di tutti è complicata.
La bella notizia è che diventarne consapevoli ci risparmia molta sofferenza. Ci evita l’illusione della felicità e non perché non esista, ma perché diveniamo consapevoli che è un processo e, come tale, richiede un lavoro personale, impegno e dedizione e non riguarda l’effimero desiderio dell’Io che confrontandosi con l’altro resta insoddisfatto; piuttosto, la felicità diventa il risultato della ricerca dell’Essere ormai svincolato da ogni attaccamento.