Gli attacchi di panico si manifestano con l’improvviso insorgere di un’intensa apprensione, paura o terrore, spesso associati con un senso di catastrofe imminente. I sintomi riferiti più comuni sono dispnea, palpitazioni, dolore al torace, vertigini, senso di instabilità, sentimenti di irrealtà, sudorazione, senso di svenimento, tremori, paura di morire e di perdere il controllo. Gli attacchi di solito non durano a lungo ma la persona ne rimane molto impressionata e spaventata. Può accadere che la persona che ha subito un attacco si faccia accompagnare all’ospedale per l’intensità dei sintomi avvertiti; che successivamente la persona si difenda dalla paura del panico utilizzando strategie di evitamento delle situazioni ritenute a maggiore rischio d’ansia. Questi timori possono condurre ad un vero e proprio ritiro e, conseguentemente, innescare sintomi depressivi di natura secondaria.
Il trattamento cognitivo comportamentale del disturbo da attacchi di panico può essere affrontato clinicamente in più modi, poiché rientra nella categoria generale dei Disturbi d’Ansia per i quali la psicoterapia cognitivo comportamentale ha sviluppato molteplici mezzi ampiamente efficaci. A volte, è indicato l’uso di farmaci associati alla psicoterapia. Tuttavia, i farmaci (in genere si tratta di antidepressivi) da soli non appaiono mai risolutivi, e procurano sono un sollievo temporaneo dai sintomi. Durante il percorso psicoterapeutico, terapeuta e paziente provano a comprendere l’ansia e le modalità di reazione ad essa del paziente, inoltre si chiarisce la struttura teorica di riferimento della persona e le sue distorsioni cognitive. Lavorare sui suoi pensieri, le sue immagini, su quello che sta sperimentando emotivamente, sulle strategie che mette in atto alla percezione del pericolo sono tutti specifici passi della terapia necessari per procedere alla ristrutturazione cognitiva attraverso strategie e tecniche sia cognitive che comportamentali. Il paziente, alleggerito dei sintomi, può procedere ad una lettura di sé alternativa a quella precedente e individuare nel sintomo/segnale un indicatore importante a partire dal quale identificate nuove modalità di pensiero, d’azione e nuovi modi d’essere nel mondo.
Letture consigliate
Adrian Wells, Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia, McGraw-Hill
Aaron T. Beck, Gary Emery, L’ansia e le fobie, Una prospettiva cognitiva, Astrolabio