Tempo fa una mia paziente adolescente mi raccontava che era certa di essere malata perché il padre lo era e perciò a niente sarebbe servito quello che avrebbe fatto per provare ad avere una vita diversa.
Successivamente ho avuto altri pazienti con questa convinzione.
Dilemma antico: cos’è che condiziona lo sviluppo dell’individuo e in quale misura? Si parla naturalmente della Natura e dell’Ambiente.
Da quando Cartesio ha lasciato pensare che la scienza fosse la via maestra per spiegare il visibile, i geni sono stati al centro di studi che hanno raccontato e spiegato tutto quanto il cambiamento o la sua assenza, attraverso i geni. Pertanto a scuola e fuori di essa, tra le maglie del non detto, si è affermata la convinzione che la vita è controllata dai geni.
Ho voglia di fare chiarezza su questo punto perché sono convinta che le credenze che abbiamo circa le cose, condizionano fortemente ciò che accade nella nostra vita.
Non c’è dubbio che se una persona crede in una cosa, tutto, dentro e fuori di noi, si attiva perché ciò accada, e se anche ciò non fosse, leggeremmo nell’ambiente i segnali che giustificano il mancato adempimento della credenza.
Ci sono una molteplicità di studi cognitivi che sostengono questa tesi e non mi dilungherò su di essi, quello più noto riguarda la profezia che si auto avvera e che ha avuto un impatto potente nella didattica scolastica per far comprendere agli insegnanti come le loro convinzioni sugli studenti possono influenzare il rendimento e le prestazioni dei loro alunni. D’altra parte, chi non ne ha avuto significativi esempi nella propria vita? L’impatto però è potente e ha conseguenze importanti sia grossolane che impercettibili a cui tutti noi sottostiamo se non ne diventiamo consapevoli.
Dunque, tornando al dogma della biologia per cui la nostra vita è controllata dai geni, sembrerebbe proprio il contrario e che l’ambiente sia il vero responsabile della vita cellulare.
Pertanto, molte delle convinzioni che avevamo al riguardo cadono a pezzi e ci liberano dai limiti che ci eravamo autoimposti per responsabilizzarci ad una vita di qualità e di valore.
Nel 1953 James Watson e Francis Crisk ci raccontavano della doppia elica del DNA ed eravamo tutti contenti di conoscere il segreto della vita per cui, nella controversia Natura-cultura, vinceva sicuramente la prima.
All’inizio si pensava che i geni condizionassero soltanto gli aspetti fisici legati alla realtà del corpo, ma poi, si cominciò a pensare che i geni controllassero anche gli aspetti più squisitamente psicologici come le emozioni, i comportamenti.
E’ chiaro che questo ci ha fatto sentire tutti un po’ impotenti!
Ogni volta che osservo l’impotenza delle persone che giungono da me e che considerano un dogma il fatto che i geni controllano la vita, sento il pericolo della paralisi dietro l’angolo e la lamentela unico mezzo per vite che non vogliono cambiare per paura. Inoltre, può l’essere umano essere solo questo? oppure esiste una complessità capace di rendere ragione del visibile e dell’invisibile?
Le nuove frontiere della scienza, la fisica quantistica, la teoria dei frattali, la Nuova Biologia, offrono l’immagine di un mondo e di un universo tutto da esplorare, da conoscere; rendono comprensibile ciò che non è immediatamente percepibile con i sensi e spiegano l’enormità dell’Essere Umano la cui conoscenza non è ancora completata con i mezzi di cui disponiamo. Pertanto, la scienza stessa non può mai essere dogmatica, non giunge mai ad una conclusione una volta per tutte e l’essere umano deve abituarsi al cambiamento dei paradigmi su cui si fondano le proprie conoscenze e convinzioni.
31 Ago