D’estate fa caldo, ci si sveste e per molte persone è presente l’incubo delle forme.
Lo specchio restituisce una immagine che non ci sta mai bene e il confronto con l’altra/o diventa l’incubo di ogni giorno.
L’adolescente si guarda e si cambia più volte davanti allo specchio impietoso; L’adulta/o magari non si cambia d’abito ma resta insoddisfatta/o, a disagio con un corpo che non piace.
Può durare per tutta la vita, con alti e bassi a seconda della fase di vita e degli eventi che la vita mette di fronte.
Niente di grave, ci si convive ma è una bella fatica.
Si chiama dismorfofobia: una costante paura (spesso non giustificata) che qualche parte del proprio corpo non sia ok. Sono le donne, prevalentemente, ad avere questo timore e, nei casi più complessi, a sviluppare un disturbo alimentare.
Congiuntamente alla paura di essere in sovrappeso (anche se si è normopeso) la dismorfofobia si alimenta attraverso il confronto con l’altra: amica, cugina, conoscente, personaggi del mondo dello spettacolo. Le adolescenti sono molto recettive al confronto sui social: instagram e soprattutto ticktok possono diventare una vera tortura autoinflitta senza pietà per la mancata consapevolezza della lesività del confronto tra pari.
D’altra parte, non c’è soltanto il confronto sul corpo ma anche quello sulla vita che si conduce; sul tipo di spiaggia che si frequenta, sugli amici con cui si esce, sul vestito che si indossa, sulla vacanza…
Insomma, attenzione ai confronti!
Li formuliamo in modo automatico, neanche ce ne accorgiamo, ma quelli lavorano dentro di noi, facendoci sentire da meno o di più. In ogni caso non sono una bella cosa da nutrire ed alimentare.
Insieme alle teorie che ci siamo costruite sul mondo e che guidano i nostri comportamenti, i confronti sono troppo spesso fonte di sofferenza.
Sarà anche che il mondo attuale si fonda sulla competizione e sul successo del più forte e che gli educatori e la scuola ne condividono i principi, il paragone con l’altro viene in automatico e noi ne restiamo schiacciati.
Cosa guadagniamo dal confronto con l’altro?
Il fatto è che, comunque la mettiamo, ci sarà sempre qualcuno al di sopra (a causa del quale ci sentiremo svalutati) e qualcuno al di sotto che nutrirà e inorgoglirà il nostro piccolo io.
Lasciamo andare questa abitudine malsana, riconosciamone la pericolosità, conciliamoci con l’idea del nostro e dell’altrui successo.
Nel mondo c’è spazio per tutti!