Si può credere, oggi, che le cose possano ottenersi senza sforzo?
Cinquanta anni fa non ci avrebbe creduto nessuno.
I nostri genitori e i nostri nonni erano saldamente ancorati alla terra e non perché la coltivassero tutti. La terra e la natura erano “esempio” e “modello”: per ottenere frutti erano necessari, impegno, dedizione, spesso coraggio e soprattutto pazienza. C’era il tempo della semina, dell’attesa e del raccolto. “La gatta frettolosa fa i gattini ciechi”, così, al tempo, si giustificava il bisogno di porre attenzione e di non trascurare la necessità del tempo giusto per un risultato ottimale.
Il tempo è cambiato, se la gatta fa figli ciechi pazienza, tanto nessuno starà là a recriminare una maggiore attenzione.
Oggi voglio dimagrire dieci kg in un mese e scolpire il mio corpo in due settimane; voglio seguire un tutorial che mi insegni ad investire i miei risparmi; voglio salvaguardare la mia salute fisica e psicologica seguendo dieci punti indicati come i più salutari di tutti. Voglio prendere due lauree ma online così non mi muovo da casa e non concorro all’inquinamento globale. Infine, a completamento di tutto, voglio trovare un lavoro giusto per me.
Per carità, nulla di male a semplificarsi l’esistenza e a credere alle favole (vantaggiose solo per alcuni). Il fatto è che poi l’aspetto prestazionale e sfidante che mette in competizione l’uno contro l’altro richiede standard elevati. E’ qui la contraddizione del nostro tempo, l’ambiguità pericolosa cui possiamo tutti soggiacere.
E’ facile! Dai, puoi farlo! Ma poi non ci riesci e ti senti incapace, insoddisfatto, depresso.
Non ti dicono che sei caduto nell’inganno e che forse tutto quello che hai acquistato per essere splendido splendente era solo un’illusione indotta. La colpa ricade su di te. Non ce la fai!
Così, mentre sui social passano messaggi di facili apprendimenti e del fulmineo raggiungimento di mete difficili, ti senti avviluppato nella confusione, diviso e frastornato.
Tieni duro! Non è colpa tua!
Puoi però far tesoro dell’esperienza e del fatto che niente di veramente importante si ottiene senza sforzo; che le scorciatoie vanno bene in montagna e, talvolta, anche quelle sono troppo pericolose per essere percorse con successo.