Parlare dell’età che passa inesorabile,
dei cambiamenti che avvengono nel corpo,
non solo estetici ma legati anche al fisico che declina,
meno elastico, meno capace di reazioni veloci,
perciò più vulnerabile e che può ammalarsi con maggiore frequenza,
è cosa difficile e talvolta inquietante.
Da un certo momento in poi (ognuno a suo modo) si comincia ad avere una percezione diversa di sé. Non solo ci accorgiamo che stiamo cambiando ma sentiamo che anche l’altro ci percepisce in un modo diverso (proiettiamo sull’altro ciò che proviamo).
Naturalmente, è un processo faticoso dal quale oggi è più difficile affrancarsi a causa della pressione dell’ambiente e della cultura dell’ “apparire”.
Il nostro è un mondo che sembra essere giusto solo per chi mantiene un profilo prestazionale alto da ogni punto di vista.
Nelle crisi di ogni età è fondamentale avere un cassetto pieno di risorse, anche dimenticate, poco esercitate, tuttavia presenti nel panorama della propria vita e, se abbiamo sottovalutato le tante opportunità che la vita ci ha invitato a cogliere, dobbiamo, ora più che mai, anche in ritardo, essere pronti a provare e a sperimentare. Le modalità possono essere diverse ma, non per questo, meno affascinanti. E’ come se dobbiamo apprendere ad essere “più lenti” e apprezzare le opportunità che offre un’andatura consapevole di ogni passo.
In fondo la terza età toglie e dà!
È probabile che ci siamo soprattutto concentrati su quello che “toglie” mentre è interessante osservare anche ciò che ci mette di fronte e che forse sfugge perché necessita di una riflessione un po’ più accurata, forse faticosa ma necessaria.
Siamo in pensione e abbiamo più tempo, non abbiamo più lo stress di un lavoro che ci affaticava o ci annoiava, non dobbiamo più dimostrare niente a nessuno, quel che è fatto è fatto. I figli, se ne abbiamo, sono grandi e noi possiamo smettere di aiutarli perché è giusto che contino su loro stessi e noi dobbiamo favorire questa autonomia. Se siamo nonni abbiamo comunque da fare ma il tempo c’è per tutto. Siamo più liberi dal giudizio degli altri e più leggeri con il nostro. Sentiamo che la beltà sfiorisce, ma, in compenso, la saggezza e la corposità dell’anima ci fanno grandi e se capita un acciacco siamo attrezzati perché, si sa, la vita è anche questo.
Vista così, non sembra tanto male!
Osserviamo, tuttavia, persone che non riescono a smettere di lavorare perché non saprebbero cosa altrimenti fare; oppure persone legate ad una immagine di sé giovanile e prestante che non riescono ad integrare con quella più recente; persone che provano un grande vuoto e non riescono a star bene.
La faccenda è complessa e, certamente, poche parole non possono bastare a rendere comprensibile questa complessità di storie e di esperienze personali che orientano in un senso piuttosto che in un altro.
So, che il “cassetto delle risorse” è importante e che, da un certo momento in poi, bisogna averne cura come di una cosa che può sempre riservare sorprese; le cose che contiene sono magiche occasioni. Il “cassetto delle risorse” promuove soprattutto AZIONI da mettere in atto, in sostanza, ingaggi per nuovi inizi, per ri-fondare, per ri-convertire vite ad una qualità diversa che ha il valore dell’esperienza e della consapevolezza.
Riporto una frase di Paolo Sorrentino che mi è piaciuta molto: “Non è l’età avanzata che limita il sogno, ma la propria pochezza”.
E’ necessario pensare in grande, l’età cambia il ritmo ma non limita il sogno.